giovedì 2 giugno 2016

Rondò Capriccioso op. 14 di F.Mendelssohn


Rondò capriccioso in mi minore per pianoforte, op. 14 (MWV U67)


Musica:Felix Mendelssohn-Bartholdy


  • Andante (mi maggiore)
  • Presto (mi minore)


Organico:pianoforte
Edizione: Mechetti, Vienna, 1827


Fino a qualche tempo fa si riteneva che il Rondò capriccioso fosse stato composto da Mendelssohn a quindici anni, nel 1824, mentre più recentemente si tende a datarlo (le fonti non sono concordi) fra il 1826 e il 1828. In ogni caso, quando Mendelssohn lo compose era ancora un ragazzo, forse era appena uscito dall'adolescenza; ma non era affatto un compositore alle prime armi, visto che aveva già ultimato da tempo, tra le altre cose, le dodici Sinfonie per archi e la Prima Sinfonia op. 11, e una delle sue opere più perfette e affascinanti, l'Ouverture per il Sogno d'una notte di mezza estate di Shakespeare.
Pagina delicata ed elegante, di gusto un po' salottiero e Biedermeier, per moltissimi anni il Rondò capriccioso è stato uno dei pochissimi brani di Mendelssohn, insieme a un piccolo numero di Romanze senza parole, ad essere eseguito in concerto; e, soprattutto, è stato suonato migliaia di volte, con alterne fortune, da un'infinità di signorine di buona famiglia di ogni parte del mondo. Tutto questo col tempo si è ritorto contro la fortuna del Rondò capriccioso(e dello stesso Mendelssohn), che a poco a poco è quasi scomparso dalle sale da concerto: basti pensare che a Santa Cecilia non lo si ascolta da più di vent'anni.


Il brano si articola in due sezioni: un breve Andante introduttivo in mi maggiore (26 battute) non privo di reminiscenze weberiane che sfocia in uno sfavillante ed aereo Presto in mi minore in 6/8 ("leggiero") - che sembra evocare a tratti una vivace e spensierata danza di elfì - da cui emerge di tanto in tanto un canto sereno e pieno di calore. 


Il Rondò capriccioso richiede all'interprete un tocco netto e delicato ma incisivo e brillante e una tecnica molto curata (staccato, arpeggi, terze, ottave spezzate). L'effetto generale è quello di certe pagine fatate dell'Ouverture per il Sogno d'una notte di mezza estate, scritta più o meno nello stesso periodo nella medesima tonalità.




               

                 -BREVE BIOGRAFIA 

Il musicista nasce ad Amburgo il 3 febbraio 1809 da una famiglia di agiate condizioni finanziarie e di elevata estrazione: far parte della famiglia dei Mendelssohn equivale a crescere e svilupparsi in un ambiente di alta cultura umanistica e musicale, quale si trovava in Germania tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento.
L'agiatezza della famiglia - consolidata da attività finanziarie fortunate - era un tranquillo e robusto veicolo per ogni attività intellettuale e artistica, praticata come nobile corredo di ciascuno. La madre, Lea (detta Lilla), è una Salomon, famiglia ebraica come i Mendelssohn, nipote del grande banchiere israelita Daniel Itzig. Negli Stati tedeschi non sono state ancora promulgate le leggi che emancipano gli Ebrei: a questi è vietato frequentare le scuole pubbliche. Per Felix, come per le sorelle Fanny e Rebekka e per il fratello Paul, ci sono ottimi precettori adatti ai figli di Lea, che leggeva i poemi omerici in greco. Felix, ben istruito dal professor Heyse, che tratta la filologia classica con vivacità, si diverte a scrivere un poemetto satirico in greco sulle baruffe dei ragazzi.
Mendelssohn, fin dalla giovane età, viene quindi educato alla cultura umanistica, circondato dalla musica e dalle arti più raffinate; vive sempre in un ambiente sereno e scevro da gravi preoccupazioni. Lavora sodo applicandosi alle materie predilette: ogni mattina alle cinque si alza e inizia la sua laboriosa giornata dedicata allo studio del pianoforte, del violino, del disegno e delle lingue straniere. A dodici anni ha al suo attivo varie graziose composizioni scritte nelle forme più diverse.

In seguito i Mendelssohn si trasferiscono a Berlino, loro città d'origine. Dopo i primi insegnanti: Berger, allievo di Clementi, per il pianoforte e Henning e Rietz per violino e viola, Felix ha per maestro KarlFriedrich Zelter, solido anche se limitato musicista che gli fa conoscere e studiare il Clavicembalo ben temperato di Bach.



Zelter è il consulente musicale di Wolfgang Goethe; quando Felix dodicenne dimostra largamente le sue doti eccezionali di precoce musicista, Zelter lo conduce a Weimar e lo fa incontrare con Goethe, allora settantaduenne, uno dei massimi scrittori europei dell'epoca e di tutti i tempi. Lo scrittore e il ragazzo stringono vincoli di sincera amicizia. In quel periodo la figura di Goethe campeggia con la sua esemplare universalità di esperienze e di opere, che vanno dalla poesia alla scienza, nella sintesi di una visione nata dalle fiamme della "Sturm und Drang" e divenuta classicamente olimpica; in quella cultura si uniscono la riscoperta di Shakespeare e quella dei classici greci, la ricerca dei filosofi dopo Kant, i germogli del nascente Romanticismo; la musica si era fatta più libera e più eloquente con il messaggio di Beethoven.
Ben presto le straordinarie doti di compositore di Felix Mendelssohn si rivelano, quasi a compensare qualche momento difficile per la famiglia dovuto anche all'antisemitismo diffuso negli anni intorno al 1819. In quel periodo i Mendelssohn adottano il secondo cognome Bartholdy da un parente battezzato; vengono battezzati essi stessi divenendo cristiani protestanti.
Intanto tra il 1821 ed il 1823 Felix Mendelssohn compone dodici Sinfonie per archi (l'undicesima anche con strumenti a percussione), Concerti per violino ed archi, per due pianoforti, per pianoforte e violino. Davanti a questo talento il padre rinuncia a farne un uomo d'affari, tanto più dopo che Luigi Cherubini, allora direttore del Conservatorio di Parigi e autorità musicale di fama europea, aveva dato al ragazzo un giudizio positivo.
Nel 1825, a soli sedici anni, Mendelssohn compone l'"Ottetto per doppio quartetto d'archi", autentico capolavoro divenuto celebre e l'anno successivo l'"Ouverture per il Sogno di una notte di mezza estate", altro capolavoro, che comprende la celeberrima "Marcia nuziale"; sedici anni dopo l'avrebbe collocata intatta in testa alle musiche di scena per l'omonima commedia shakesperiana.
La carriera di Felix Mendelssohn prosegue fulminea e versatile, con giovanile freschezza e ammirevole sapienza e con un attivismo tipico dell'educazione israelitico-puritana. Con la sua musica non solo raggiunge presto rinomanza mondiale in qualità di compositore, ma riusce anche a realizzare pienamente quella che era la sua più grande ambizione: richiamare l'attenzione dell'ambiente musicale, allora piuttosto negligente, sulle opere, da troppo tempo cadute nell'oblio, di uno dei massimi maestri della composizione musicale: Johann Sebastian Bach.

Nel 1829, con l'attore Eduard Devrient, Mendelssohn organizza la riscoperta della "Passione secondo San Matteo" di Bach e la dirige in versione ridotta e ritoccata nella strumentazione, ma meglio adatta a essere assimilata dal gusto di allora; l'esito sarà trionfale e darà il via alla graduale rinascita Bachiana.



Viaggi all'estero per istruzione e tournèes musicali portano poi il compositore in Inghilterra, Scozia (le isole Ebridi gli ispirarono l'ouverture: La grotta di Fingal), Italia (la Sinfonia n. 4 italiana) e Parigi.
L'orchestra sinfonica del Gewandhaus di Lipsia lo nomina direttore; eseguendo Mozart, Haydn, Weber,Beethoven, Schubert ed altri grandi, Mendelssohn si colloca tra i primi illustri nomi della direzione d'orchestra moderna con Habeneck, Berlioz e Wagner. Con Mendelssohn la città eleva il livello della diffusione musicale: è lui a fondare il Conservatorio di Lipsia nel 1843.
Il musicista è amico di Schumann e di Liszt, mentre i rapporti con Wagner intrecciano cordialità, stima e rivalità.
Alle Sinfonie si aggiunge poi un altro capolavoro, ancora oggi amatissimo, il "Concerto per violino e orchestra in mi minore".
La musica di Mendelssohn si impone come un esempio di grande nitidezza, dove l'afflato romantico trova un equilibrio d'invidiabile classicità, pur in forme talvolta originali, come nelle sei "Sonate per organo". Grandiose linee hanno gli oratori "Paulus ed Helias" e gli otto volumi di "Lieder ohne Worte" (Romanze senza parole), che inanellarono brevi, preziose pagine.
Tanta felicità di vita sembrava connaturata allo splendido connubio di cultura e creatività, in perfetta coerenza con l'estetica della personalità romantica, senza che però venisse invaso il campo della concezione musicale. Mendelssohn non è favorevole alla musica "a programma", cara a Berlioz e a Liszt; la sua voleva essere - asseriva lui stesso - una musica "musicale".
Ma un male nella famiglia Mendelssohn appariva ereditario: l'ictus cerebrale che stronca l'amatissima sorella Fanny nel 1847. Il dolore colpisce duramente Felix e, appena cinque mesi dopo, il 4 novembre 1847, lo stesso male colpisce anche lui.

Le cause della prematura scomparsa di Felix Mendelssohn Bartholdy vanno ricercate anche all'inevitabile stress a cui sottopose il suo fisico per le molteplici attività artistiche, amministrative e pedagogiche che consumarono anzitempo il già debole organismo del musicista. Morendo Mendelssohn lasciò al mondo in preziosa eredità un gran numero di lavori di elegantissima e levigata fattura; musica che rispecchia ed esprime a meraviglia il carattere affabile e la sensibilità raffinata del suo felice autore.
SPARTITO RONDO' CAPRICCIOSO OP.14













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