Rondò capriccioso in mi minore per pianoforte, op. 14 (MWV U67)
- Andante (mi maggiore)
- Presto (mi minore)
Organico:pianoforte
Edizione: Mechetti, Vienna, 1827
Fino a qualche tempo fa si riteneva che il Rondò capriccioso fosse stato composto da Mendelssohn a quindici anni, nel 1824, mentre più recentemente si tende a datarlo (le fonti non sono concordi) fra il 1826 e il 1828. In ogni caso, quando Mendelssohn lo compose era ancora un ragazzo, forse era appena uscito dall'adolescenza; ma non era affatto un compositore alle prime armi, visto che aveva già ultimato da tempo, tra le altre cose, le dodici Sinfonie per archi e la Prima Sinfonia op. 11, e una delle sue opere più perfette e affascinanti, l'Ouverture per il Sogno d'una notte di mezza estate di Shakespeare.
Pagina delicata ed elegante,
di gusto un po' salottiero e Biedermeier,
per moltissimi anni il Rondò
capriccioso è stato uno dei pochissimi brani di Mendelssohn,
insieme a un piccolo numero di Romanze
senza parole, ad essere eseguito in concerto; e, soprattutto, è stato
suonato migliaia di volte, con alterne fortune, da un'infinità di signorine di
buona famiglia di ogni parte del mondo. Tutto questo col tempo si è ritorto
contro la fortuna del Rondò capriccioso(e
dello stesso Mendelssohn), che a poco a poco è quasi scomparso dalle sale da
concerto: basti pensare che a Santa Cecilia non lo si ascolta da più di
vent'anni.
Il brano si articola in due sezioni: un breve Andante introduttivo in mi maggiore (26 battute) non privo di reminiscenze weberiane che sfocia in uno sfavillante ed aereo Presto in mi minore in 6/8 ("leggiero") - che sembra evocare a tratti una vivace e spensierata danza di elfì - da cui emerge di tanto in tanto un canto sereno e pieno di calore.
Il Rondò capriccioso richiede all'interprete un tocco netto e delicato ma incisivo e brillante e una tecnica molto curata (staccato, arpeggi, terze, ottave spezzate). L'effetto generale è quello di certe pagine fatate dell'Ouverture per il Sogno d'una notte di mezza estate, scritta più o meno nello stesso periodo nella medesima tonalità.
-BREVE BIOGRAFIA
Il musicista nasce ad Amburgo il 3 febbraio 1809 da
una famiglia di agiate condizioni finanziarie e di elevata estrazione: far
parte della famiglia dei Mendelssohn equivale a crescere e svilupparsi in un
ambiente di alta cultura umanistica e musicale, quale si trovava in Germania
tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento.
L'agiatezza della famiglia - consolidata da attività
finanziarie fortunate - era un tranquillo e robusto veicolo per ogni attività
intellettuale e artistica, praticata come nobile corredo di ciascuno. La madre,
Lea (detta Lilla), è una Salomon, famiglia ebraica come i Mendelssohn, nipote
del grande banchiere israelita Daniel Itzig. Negli Stati tedeschi non sono
state ancora promulgate le leggi che emancipano gli Ebrei: a questi è vietato
frequentare le scuole pubbliche. Per Felix, come per le sorelle Fanny e Rebekka
e per il fratello Paul, ci sono ottimi precettori adatti ai figli di Lea, che
leggeva i poemi omerici in greco. Felix, ben istruito dal professor Heyse, che
tratta la filologia classica con vivacità, si diverte a scrivere un poemetto
satirico in greco sulle baruffe dei ragazzi.
Mendelssohn, fin dalla giovane età, viene quindi educato
alla cultura umanistica, circondato dalla musica e dalle arti più raffinate;
vive sempre in un ambiente sereno e scevro da gravi preoccupazioni. Lavora sodo
applicandosi alle materie predilette: ogni mattina alle cinque si alza e inizia
la sua laboriosa giornata dedicata allo studio del pianoforte, del violino, del
disegno e delle lingue straniere. A dodici anni ha al suo attivo varie graziose
composizioni scritte nelle forme più diverse.
In seguito i Mendelssohn si trasferiscono a Berlino,
loro città d'origine. Dopo i primi insegnanti: Berger, allievo di Clementi, per
il pianoforte e Henning e Rietz per violino e viola, Felix ha per maestro KarlFriedrich Zelter, solido anche se limitato musicista che gli fa conoscere e
studiare il Clavicembalo ben temperato di Bach.
Zelter è il consulente musicale di Wolfgang Goethe;
quando Felix dodicenne dimostra largamente le sue doti eccezionali di precoce
musicista, Zelter lo conduce a Weimar e lo fa incontrare con Goethe,
allora settantaduenne, uno dei massimi scrittori europei dell'epoca e di tutti
i tempi. Lo scrittore e il ragazzo stringono vincoli di sincera amicizia. In
quel periodo la figura di Goethe campeggia
con la sua esemplare universalità di esperienze e di opere, che vanno dalla
poesia alla scienza, nella sintesi di una visione nata dalle fiamme della
"Sturm und Drang" e divenuta classicamente olimpica; in quella
cultura si uniscono la riscoperta di Shakespeare e
quella dei classici greci, la ricerca dei filosofi dopo Kant,
i germogli del nascente Romanticismo; la musica si era fatta più libera e più
eloquente con il messaggio di Beethoven.
Ben presto le straordinarie doti di compositore di
Felix Mendelssohn si rivelano, quasi a compensare qualche momento difficile per
la famiglia dovuto anche all'antisemitismo diffuso negli anni intorno al 1819.
In quel periodo i Mendelssohn adottano il secondo cognome Bartholdy da un
parente battezzato; vengono battezzati essi stessi divenendo cristiani
protestanti.
Nel 1825, a soli sedici anni, Mendelssohn compone
l'"Ottetto per doppio quartetto d'archi", autentico capolavoro
divenuto celebre e l'anno successivo l'"Ouverture per il Sogno di una
notte di mezza estate", altro capolavoro, che comprende la celeberrima
"Marcia nuziale"; sedici anni dopo l'avrebbe collocata intatta in
testa alle musiche di scena per l'omonima commedia shakesperiana.
La carriera di Felix Mendelssohn prosegue fulminea e
versatile, con giovanile freschezza e ammirevole sapienza e con un attivismo
tipico dell'educazione israelitico-puritana. Con la sua musica non solo
raggiunge presto rinomanza mondiale in qualità di compositore, ma riusce anche
a realizzare pienamente quella che era la sua più grande ambizione: richiamare
l'attenzione dell'ambiente musicale, allora piuttosto negligente, sulle opere,
da troppo tempo cadute nell'oblio, di uno dei massimi maestri della
composizione musicale: Johann Sebastian
Bach.
Nel 1829, con l'attore Eduard Devrient, Mendelssohn
organizza la riscoperta della "Passione secondo San Matteo" di Bach e
la dirige in versione ridotta e ritoccata nella strumentazione, ma meglio
adatta a essere assimilata dal gusto di allora; l'esito sarà trionfale e darà
il via alla graduale rinascita Bachiana.
L'orchestra sinfonica del Gewandhaus di Lipsia lo
nomina direttore; eseguendo Mozart, Haydn,
Weber,Beethoven, Schubert ed
altri grandi, Mendelssohn si colloca tra i primi illustri nomi della direzione
d'orchestra moderna con Habeneck, Berlioz e Wagner.
Con Mendelssohn la città eleva il livello della diffusione musicale: è lui a
fondare il Conservatorio di Lipsia nel 1843.
Il musicista è amico di Schumann e
di Liszt,
mentre i rapporti con Wagner intrecciano
cordialità, stima e rivalità.
Alle Sinfonie si aggiunge poi un altro capolavoro,
ancora oggi amatissimo, il "Concerto per violino e orchestra in mi
minore".
La musica di Mendelssohn si impone come un esempio
di grande nitidezza, dove l'afflato romantico trova un equilibrio d'invidiabile
classicità, pur in forme talvolta originali, come nelle sei "Sonate per
organo". Grandiose linee hanno gli oratori "Paulus ed Helias" e
gli otto volumi di "Lieder ohne Worte" (Romanze senza parole), che
inanellarono brevi, preziose pagine.
Tanta felicità di vita sembrava connaturata allo
splendido connubio di cultura e creatività, in perfetta coerenza con l'estetica
della personalità romantica, senza che però venisse invaso il campo della
concezione musicale. Mendelssohn non è favorevole alla musica "a
programma", cara a Berlioz e
a Liszt; la sua voleva essere
- asseriva lui stesso - una musica "musicale".
Ma un male nella famiglia Mendelssohn appariva
ereditario: l'ictus cerebrale che stronca l'amatissima sorella Fanny nel 1847.
Il dolore colpisce duramente Felix e, appena cinque mesi dopo, il 4 novembre
1847, lo stesso male colpisce anche lui.
Le cause della prematura scomparsa di Felix
Mendelssohn Bartholdy vanno ricercate anche all'inevitabile stress a cui
sottopose il suo fisico per le molteplici attività artistiche, amministrative e
pedagogiche che consumarono anzitempo il già debole organismo del musicista.
Morendo Mendelssohn lasciò al mondo in preziosa eredità un gran numero di
lavori di elegantissima e levigata fattura; musica che rispecchia ed esprime a
meraviglia il carattere affabile e la sensibilità raffinata del suo felice
autore.
SPARTITO RONDO' CAPRICCIOSO OP.14 |
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