Sonata n. 18 in fa maggiore per pianoforte, K 533
Musica: Wolfgang Amadeus Mozart
1.
Allegro
(fa maggiore)
2.
Andante
(si bemolle maggiore)
3.
Rondò.
Andante (fa maggiore)
Organico: pianoforte
Composizione: Vienna, 3 Gennaio 1788
Il terzo tempo utilizza il Rondò K. 494
Composizione: Vienna, 3 Gennaio 1788
Il terzo tempo utilizza il Rondò K. 494
Le Sonate
per pianoforte di Mozart sono
state a lungo sottostimate: per fortuna, nel dopoguerra, solisti di spicco come
Horszowski, Kraus, Kempff, Serkin, Brendel, de Larrocha, Perahia, Uchida,
Schiff e la Pires le hanno rivalutate. Queste opere hanno risentito del
confronto con le sonate di Beethoven, che erano raccolte e organizzate in serie,
mentre Mozart fornì solo una catalogazione irregolare. Il fatto che anche uno
studente di pianoforte possa affrontare la più semplice piuttosto presto, ha
contribuito a non farle apprezzare come meritano. Arthur Schnabel, grande
esperto della produzione mozartiana, ebbe a dire delle Sonate che sono troppo
facili per i bambini e troppo difficili per gli adulti.
In realtà, l’intera serie di diciotto sonate, che si apre con
sei di quelle composte nel 1775, cioè K279-84 e che si chiude con la vivace
K576, del 1789, è tutta di alto livello: la nota K545, “per principianti”, è un
capolavoro di abilità tecnica senza tempo. È però nel finale della K284 in re
maggiore, un bellissimo tema con variazioni, che la parola “genio” si può
applicare per la prima volta a Mozart. Le sonate più drammatiche sono la
straziante K310 in la minore, scritta alla morte della madre, e la tetra K457
in do minore. Non è meno degna di attenzione la K570 in si bemolle maggiore,
con il suo paradisiaco Adagio centrale.
Il 10 giugno
1786 Mozart inseriva nel suo catalogo personale "Un piccolo Rondò per
pianoforte solo", in fa maggiore. Questo Rondò K. 494 era
nato forse per far parte di un ciclo di tre Rondò destinati, in origine, a una
pubblicazione congiunta - gli altri due erano il Rondò in re maggiore
K. 485, e il Rondò in la minore K. 511, compreso nel presente
concerto. Questo progetto doveva però essere modificato. Il 3 gennaio 1788 il
catalogo del compositore si arricchiva di Un Allegro e Andante per
pianoforte solo K. 533, movimenti concepiti per essere aggiunti al
preesistente Rondò K. 494, e definire così una intera nuova Sonata,
pubblicata poi nel corso dell'anno dall'editore Hoffmeister.
Il risultato è
quello di uno spartito perfettamente organico, che aderisce in pieno al gusto
intrattenitivo, facendo ricorso però a una scrittura sofisticata, che rivela
insistentemente l'interesse del compositore verso le tecniche
contrappuntistiche, assimilate con lo studio dei lavori di Bach e Händel
compiuto negli anni viennesi.
Non a caso nel primo tempo, Allegro,
il materiale tematico è estremamente sobrio; ciascuno dei due temi principali
viene presentato dalla sola mano destra, e viene poi ripetuto in combinazioni
polifoniche di vario tipo; un terzo tema che appare nella coda si impone nello
sviluppo, dando luogo a ingegnose combinazioni con la prima idea
1° tempo sonata |
2° tempo sonata |
Il finale non è
solo "Un piccolo Rondò", come lo definì l'autore, ma un movimento di
vasto impianto e di perfetto equilibrio; nell'aggiungerlo agli altri due tempi
Mozart vi inserì una vasta cadenza prima della fine, avviata da progressive
imitazioni che salgono dal basso agli acuti della tastiera, richiamando, con
coerenza, l'assunto polifonico del tempo iniziale.
-BREVE BIOGRAFIA
Wolfgang Amadeus Mozart (nome di battesimo: Johannes Chrysostomus Wolfgangus
Theophilus Mozart - Salisburgo 27 gennaio 1756 - Vienna 5 dicembre 1791) è
stato un compositore austriaco che creò musica di incommensurabile bellezza.
Viene
annoverato tra i geni della musica. Dotato di raro talento, manifestatosi
precocemente, morì a neppure trentasei anni di età lasciando però pagine
indimenticabili di musica classica, da camera e operistica.
Il padre
Leopold, un uomo dal carattere austero, permeato di ideali illuministi, schivo
e sprezzante, che all'epoca ricopriva l'incarico di maestro di cappella del
principe arcivescovo di Salisburgo e celebre violinista compositore fu il suo
primo maestro.
Dagli
appunti del padre si viene a sapere che Wolfgang prima dei 4 anni era già in
grado di utilizzare una raccolta di esercizi che egli stesso aveva preparato e
che a Wolfgang occorreva solo mezz'ora per eseguirli perfettamente.
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